L’anno che sta per concludersi è stato senza dubbio diverso ed insolito per tanti versi.
La vita di tutti noi è stata in qualche misura stravolta dagli effetti della pandemia mondiale, lasciandoci increduli, disorientati e impotenti in più di un’occasione.
A pochi giorni dall’inizio di un nuovo anno ci ritroviamo stanchi e ancora una volta incerti su quello che ancora dovremo affrontare ma, come da tradizione, la tentazione di lasciarci andare al nostro bilancio personale di fine anno, probabilmente non mancherà nemmeno in questo dicembre.
È del tutto naturale, infatti, provare a tirare le somme alla fine dell’anno: è un momento che segna il completarsi di un ciclo, in cui si percepisce il tempo che inesorabilmente va avanti e che evoca inevitabilmente confronti, resoconti, ricordi, considerazioni.
Purtroppo il triste bilancio sul piano politico, economico e sociale di quello che rimarrà senz’altro nella memoria collettiva come uno degli anni più brutti di sempre, è sotto gli occhi di tutti.
Ma che ne è stato di ognuno di noi? Che fine hanno fatto gli obiettivi, i progetti e i buoni propositi che ci eravamo promessi di realizzare subito dopo il brindisi dello scorso Capodanno?
I bilanci personali, si sa, sono pieni di giudizi. Si soffermano soprattutto su ciò che non è andato o mancato.
Quest’anno però possiamo concederci una maggiore indulgenza per aver disatteso qualche nostro programma o buona intenzione, del resto gli impedimenti che abbiamo incontrato non sono stati roba da poco. Possiamo dircelo: non è stata tutta colpa nostra, non è dipeso solo da noi.
In realtà questo vale sempre non avendo, in quanto esseri umani, il potere di avere il controllo su tutto, ma quest’anno il limite è stato davvero lampante per tutti.
Del resto, come cantava John Lennon, “la vita è ciò che ti succede mentre sei impegnato a fare altri progetti” e il 2020 ce lo ha dimostrato.
Nessuno è passato indenne attraverso questo tempo, le privazioni e gli sconvolgimenti a cui tutti, grandi e piccoli, siamo stati sottoposti, hanno lasciato dei segni profondi sulla nostra psiche con cui probabilmente dobbiamo ancora fare del tutto i conti, ma è innegabile che per alcuni il grado di dolore e sofferenza è stato inimmaginabile rispetto ad altri.
Senza voler quindi negare la realtà di chi ha drammaticamente subito gli effetti più devastanti dell’emergenza Covid-19 in termini di perdite di affetti significativi e di occupazione lavorativa, possiamo dire che quest’anno, più che mai, è molto facile cadere nella trappola di valutare i mesi trascorsi ricordando solo i momenti brutti focalizzandoci sul bicchiere mezzo vuoto.
Proviamo allora a capire come possiamo fare un bilancio davvero realistico dell’ultimo anno, prendendo in considerazione non solo gli aspetti negativi, numerosi ed evidenti, ma anche quelli positivi, meritevoli di un’attenta riflessione perché sono quelli da cui è possibile trarre nuova linfa ed energia per ripartire.
Cominciamo da una considerazione ovvia ma non banale: siamo vivi, noi e i nostri cari. E anche questa verità non la darei troppo per scontata con una pandemia mondiale ancora in corso.
Quando ci è capitato l’ultima volta di essere così grati per il solo fatto di essere ancora in vita? Beh, gli ultimi mesi ci hanno dato un’occasione per esserlo, ci hanno costretto a fermarci e a tornare all’essenziale, un gran bel dono tutto sommato…
Ecco allora la prima delle tre domande da porsi per realizzare il nostro bilancio…
Cosa mi ha insegnato tutto quello che è accaduto durante quest’anno?
Ogni momento negativo che abbiamo attraversato ci ha lasciato qualcosa, apprendimenti diversi per ognuno di noi che ci aiutano a capire quanto le difficoltà possano rivelarsi utili e a volte necessarie per giungere a nuove consapevolezze e cambiare punto di vista sulle cose e sulla vita, aprendoci a nuovi scenari e possibilità.
Proviamo ad individuare quali sono stati gli insegnamenti più significativi per noi, quelli di cui non possiamo più fare a meno per continuare a vivere al meglio la nostra unica esistenza.
Quali sono i miei punti di forza?
Capita a volte di conoscere perfettamente i propri limiti. Li ritroviamo sempre lì, pronti a ricordarci quanto siamo fallibili e imperfetti.
Focalizzarsi solo su questi rischia però di farci sentire costantemente delusi, frustrati e insoddisfatti.
Meglio, invece, concentrarci sulle nostre risorse, ossia quegli aspetti di noi che ci consentono di affrontare paure e resistenze e ottenere i migliori risultati.
Non dimentichiamo che tutti durante quest’anno abbiamo vinto delle piccole o grandi sfide, magari grazie ad alcune nostre capacità o risorse delle quali non eravamo pienamente consapevoli e che una situazione del genere ha messo sorprendentemente in luce.
Teniamoci allora strette le nostre scoperte e ripartiamo da qui, piuttosto che da quello che non siamo riusciti a fare.
Cosa può dare un valore aggiunto alla mia vita?
L’ultima domanda che chiude il nostro bilancio è un invito a riflettere su cosa ci serve per sentirci più soddisfatti e in sintonia con quello che siamo o vogliamo essere veramente.
Proviamo a concentrarci su quali sono le nostre reali esigenze, troppo spesso sacrificate per compiacere gli altri, e a lasciar emergere i nostri desideri più autentici, eliminando tutto ciò che ci allontana dalla nostra essenza e regalandoci la possibilità di esprimere al meglio noi stessi.