Quante volte abbiamo usato la parola “autostima” o ne abbiamo sentito parlare nei nostri contesti di vita quotidiana? È un termine che tutti conosciamo, ma che non sempre viene utilizzato nel linguaggio comune in modo corretto.
Spesso, infatti, si tende a confonderne il significato e si parla di autostima per indicare una persona forte, sicura di sé oppure presuntuosa e con un atteggiamento di superiorità.
Si tratta di una falsa convinzione per la quale l’autostima si baserebbe quasi totalmente sull’avere sentimenti positivi verso sé stessi, una sorta di tendenza narcisistica a svantaggio degli altri.
Prima di provare a capire come l’autostima influenza il nostro benessere psicologico, è bene allora chiarirne innanzitutto il significato.
Il termine deriva dal latino “aestimare” che significa “valutare” e dal suffisso “auto” con valore riflessivo “se stesso”.
La stima di sé si riferisce, quindi, alla valutazione che una persona fa di sé stessa, all’atteggiamento favorevole o sfavorevole verso di sé, al modo in cui si giudica e al tipo di valore che si attribuisce.
Se, da una parte, la bassa autostima è collegata alla tendenza a svalutarsi e sottovalutarsi, dall’altra, la buona autostima non coincide con una valutazione eccessivamente positiva di sé, ma con la capacità della persona di “vedersi” in maniera realistica, riconoscendo i propri punti di forza e di debolezza.
Ne deriva che avere una sana autostima vuol dire avere:
Branden nel suo libro “I 6 pilastri dell’autostima” definisce l’autostima come:
“La disposizione a sperimentare sé stessi come competenti nel far fronte alle sfide fondamentali della vita e di essere degni della felicità”.
L’autostima può essere considerata una misura di quanto una persona apprezza, approva e ama sé stessa.
In altre parole, un forte e solido senso di autostima proviene dalla convinzione della propria importanza, del proprio valore e della propria dignità.
Come si riconosce una buona o una scarsa autostima?
Le persone con buona autostima spesso si sentono bene con loro stesse, avvertono una certa sicurezza su cosa fare e come comportarsi in una determinata situazione, si sentono capaci di risolvere eventuali problemi, di gestire le critiche senza esserne sopraffatti, di apprezzare non solo sé stessi ma anche gli altri e di avere relazioni interpersonali nutrienti e rispettose.
Una sana autostima consente anche di riuscire a dire di no e di esprimere i propri bisogni senza farsi manipolare dagli altri. Questa capacità può essere a volte interpretata come segnale di egoismo dall’eterno ed essere pertanto difficile da conquistare.
In realtà è proprio l’amore per noi stessi che ci salva dal rischio di riempirci di doveri interni che ci fanno sentire costretti nelle relazioni, limitando la nostra libertà e il nostro benessere.
Quanto visto finora viene invece a mancare nelle persone che presentano una bassa stima di sé, con conseguenze a volte davvero pesanti sulla propria salute psichica.
Ma prima di affrontare questo aspetto, proviamo a capire come si traduce nel quotidiano una scarsa autostima.
I segnali che solitamente si accompagnano a questa dimensione sono:
Oltre a questi aspetti, una delle più frequenti manifestazioni della bassa autostima è senz’altro l’autocritica.
Il proprio monologo interiore, vale a dire il modo in cui parliamo a noi stessi, presenta una connotazione fortemente negativa.
È possibile che ci si rivolga a sé stessi in questi termini:
“Non c’è niente che mi piaccia veramente di me”
“Non merito di essere felice”
“A nessuno interessa della mia vita o dei problemi che sto affrontando”
“Non sono capace come gli altri, sono un buono a nulla”
Tali pensieri, divenendo sempre più frequenti, finiscono per diventare veri e propri fatti, l’unica realtà possibile per la persona che li ha generati, finendo per dare vita ad un circolo vizioso estremamente dannoso.
La maggior parte delle convinzioni di una persona con bassa stima di sé derivano, infatti, dalla storia negativa che continua a ripetersi ogni giorno.
Ma come è possibile arrivare a darsi così poco valore?
Quali sono le cause di una bassa autostima?
Le risposte a questa domanda possono essere molteplici, in quanto i fattori che entrano in gioco nel determinare un’opinione negativa su di sé sono diversi e non esiste mai una causa unica per tutti.
Vediamo allora alcune delle situazioni più comuni che si possono verificare nelle più importanti fasi della vita e che possono avere un ruolo determinante nello sviluppo di una bassa autostima.
Infanzia
I nostri sentimenti su noi stessi sono influenzati in maniera importante da come gli altri ci trattano, specialmente i nostri genitori.
Può essere proprio la famiglia a non favorire la costruzione dell’autostima durante l’infanzia, soprattutto se il bambino cresce in un contesto freddo, punitivo, poco rassicurante e giudicante.
Critiche e aspettative familiari hanno, infatti, un grande peso.
Un bambino molto criticato e ripreso non può far altro che convincersi di essere inadeguato e dubitare di sé, così come un bambino che percepisce di non riuscire a rendere felici i propri genitori e a soddisfare le loro aspettative, avrà la sensazione di averli delusi e potrebbe sentirsi non amato ed accettato per ciò che egli è realmente.
Anche crescere in una famiglia svantaggiata dal punto di vista socio-economico può portare il piccolo a sviluppare un complesso d’inferiorità che lo accompagnerà durante la crescita.
Infine esperienze traumatiche quali un abuso, che sia fisico, emotivo, sessuale o una combinazione di questi, spesso provoca sentimenti di vergogna e persino di colpa. L’individuo può sentire di aver fatto qualcosa per meritare l’abuso o di non essere degno di amore e rispetto con conseguenze tragiche a livello di autostima.
Adolescenza
Oltre al modo in cui veniamo trattati dai nostri genitori, anche il modo in cui veniamo trattati dai nostri coetanei influenza notevolmente la nostra autostima.
Far parte di un gruppo sociale che non ti rispetta, non dà valore ai tuoi pensieri e sentimenti o addirittura ti umilia come nel caso di episodi di bullismo, può farti sentire di essere sbagliato o che l’unico modo in cui verrai accettato è fare ciò che gli altri vogliono.
Ciò ha un impatto estremamente dannoso sulla psiche e non permette di stare bene con sé stessi, causando insicurezza, sentimenti di vergogna e imbarazzo capaci di persistere nel tempo.
Un altro aspetto rilevante per l’autostima in adolescenza, ma non solo, ha a che fare con l’immagine corporea. Quando la pubertà arriva e il corpo inizia a cambiare viene così subito naturale paragonarsi a ciò che la società ci mostra come ideale: immagini irrealistiche di corpi perfetti che riempiono le copertine delle riviste, i video musicali, i social media.
Diverse ricerche (Woods, Scott, 2016) sottolineano, in particolare, come i social siano diventati uno strumento per valutare sé stessi: ricevere commenti negativi e il confronto costante con i coetanei può portare ad una grossa diminuzione dell’autostima negli adolescenti (sia maschi che femmine).
Età adulta
Anche altri fattori che possono verificarsi da adulti, possono causare una bassa stima di sé.
Cattive condizioni di salute o eventi di vita negativi (perdita di un lavoro, divorzio, tradimento) possono, ad esempio, innescare sentimenti di tristezza e rabbia e incidere sulla percezione del proprio valore.
Così come, più in generale, problemi in ambito lavorativo o relazionale, possono arrivare a scoraggiare un individuo, generando senso di inadeguatezza e insicurezza.
Quali sono le conseguenze di una bassa autostima?
Tra gli altri effetti più frequenti di una bassa autostima personale abbiamo:
Ad una profonda insicurezza e bassa autostima sono correlati anche molti disturbi di origine psicologica, fra questi:
Dubitare spesso della nostra adeguatezza, avere difficoltà a riconoscere le proprie qualità, sentire di essere sempre insicuri o provare un grande disagio in molte circostanze, rappresentano tutti dei segnali d’allarme a cui sarebbe bene prestare attenzione, perché il nostro benessere psicologico potrebbe a lungo andare essere seriamente compromesso.
La buona notizia è, infatti, che l’autostima non è una caratteristica immutabile, qualcosa di dato una volta per tutte. Al contrario, essa va incontro a diverse fluttuazioni nel corso della vita, può essere allenata e migliorata.
Cosa fare per imparare a stare bene con sé stessi?
Prima di vedere quali possono essere i possibili rimedi, occorre partire da un presupposto fondamentale: non esistono scorciatoie, l’autostima è qualcosa che si struttura nel corso del tempo e dello sviluppo e non si può “sistemare” in poco tempo e senza impegno.
Si tratta piuttosto di un investimento a lungo termine che può modificare radicalmente il proprio modo di stare al mondo, il rapporto con sé stessi e le relazioni con gli altri.
In altre parole, accrescere l’autostima può cambiarti la vita.
Vale la pena allora provarci, provando innanzitutto ad assumere atteggiamenti più amorevoli nei propri riguardi: